Sottotitolo: “Il Superbonus e la possibile devastazione del mercato edilizio”

Per chi come me vive nel mondo dell’edilizia quotidianamente penso non sia difficile annusare che ci troviamo in prossimità di quella che possiamo chiamare a tutti gli effetti “La tempesta perfetta”. Dal decreto anti frode di novembre l’edilizia vive schizofrenicamente tra notizie vero o false a flusso quotidiano e con le scadenze sempre più vicine. Il Super Bonus ma soprattutto la cessione del credito sono stati una vera e propria rivoluzione per l’edilizia, ma purtroppo come spesso accade quello che nasce con ottimi propositi tecnici si piega alla politica ed è diventata una corsa alla speculazione. Certo, ci sono situazioni dove non abbiamo responsabilità come la situazione geopolitica internazionale ma gli errori (e le speculazioni) made in Italy sono molteplici, ecco le principali:

– far passare un ottimo metodo per incentivare interventi necessari in “tutto gratis”, (non dimenticherò mai uno dei miei primi sopralluoghi di superbonus il cliente mi accoglie chiedendomi in maniera ingenua “ma i soldi per una vacanza mi ci rimangono con quello che lo stato ci darà?”;
– aliquote esagerate, perché 110%? 80/70% sarebbe stato perfette (e forse si poteva semplicemente fare la cessione del credito e mantenere i bonus preesistenti);
– troppa burocrazia per il Super Bonus e zero per il bonus facciate (quest’ultimo fino a novembre è stata la strada maestra degli speculatori);
– comprimere questa rivoluzione in un tempo strettissimo (il primo anno non si sapeva nemmeno come funzionava), perché non spalmare tutto in 10/15 anni per permettere al mercato di adattarsi?
– non fare nessun controllo e permettere a entità improvvisate, nate palesemente per speculare, di entrare nel mercato e massacrarlo;
– entità che hanno accettato crediti non proprio trasparenti (Poste per caso ti fischiano le orecchie?);
– cambiamento delle regole del gioco ogni cinque minuti.
Tutto questo ha portato l’edilizia a essere una bomba a pressione, una Cernobyl pronta ad esplodere:
– migliaia di privati e condomini che sono bloccati e non sanno se faranno mai i lavori e quanto pagheranno (alcuni di questi i lavori li avrebbero fatti anche senza bonus e ora non riescono);
– prezzi dei materiali che oscillano peggio delle cripto valute;
– mancanza di materiale, imprese, professionisti. Troppa, troppa domanda tutta insieme;
– milioni e milioni di crediti di imposta che non si sa chi potrà acquistare;
– imprese esposte pericolosamente che non sanno se e quando riscuoteranno i crediti maturati;
– appalti pubblici deserti perché semplicemente i prezzi non sono sostenibili.
Non serve un genio per capire che ci troviamo davvero di fronte alla tempesta perfetta: abbiamo drogato un mercato alla fame da un decennio accelerandolo a mille all’ora e ora stiamo per tirare il freno a mano. E attenzione, la tempesta non fa sconti e quando arriva colpisce tutti: bravi e cattivi, chi ha lavorato sempre con correttezza ed etica e chi invece no. Ma mentre i disonesti hanno già rubato e hanno fatto il loro, chi ha sempre provato a lavorare con correttezza ed etica, chi davvero contribuisce al sistema rischia di essere spazzato via dall’onda. Se la tempesta arriva i danni sul sistema edilizio saranno immensi e ci vorranno anni per trovare un nuovo equilibrio, io odio fare il pessimista mi conoscete, ma ho paura. Qui serve che la politica si assuma una responsabilità forte e prenda una via chiara per risolvere un problema immenso per l’Italia. Bisogna tracciare un percorso di lunga durata, di anni, per permettere all’edilizia di trovare un equilibrio fatto di regole chiare e trasparenti e per cacciare chi ha speculato e ha partecipato a creare questa situazione.
Per adesso, per dirla in termini marinareschi, mettiamo tre mani di terzaroli, issiamo la tormentina (in pratica navighiamo prudenti) e attendiamo.
 

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Autore: Ingegneria e dintorni

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