Parlare di codice deontologico geometri significa parlare del modo in cui la professione si riconosce e si presenta alla società. Non è un volume da consultare solo nei momenti difficili: è una bussola che guida correttezza, decoro, dignità e tutela, allo stesso tempo, committenti e collettività (Titolo I).

Con gli aggiornamenti emanati dal Consiglio Nazionale dei Geometri, il codice armonizza i comportamenti degli iscritti all’Albo e pone al centro trasparenza, competenza e responsabilità.

La professione è inquadrata come prestazione d’opera intellettuale, che richiede metodo, valutazione e conoscenze scientifiche costantemente aggiornate (Titolo I, Sezione II; art. 4–5). Il codice deontologico geometri richiama tre pilastri essenziali: scienza (preparazione tecnica solida), coscienza (onestà e imparzialità) e diligenza (lealtà e tutela degli interessi del cliente). La responsabilità si configura quando emergono imperizia, negligenza o inosservanza; diverso è il caso in cui l’esito dipenda da fattori esterni non controllabili.

Condotta professionale

Un capitolo decisivo riguarda la condotta professionale. Il geometra è chiamato a mantenere indipendenza di giudizio, autonomia e imparzialità, evitando sovrapposizioni tra incarichi e interessi privati (art. 6–8). Un esempio concreto: se un familiare è coinvolto in una pratica che il professionista dovrebbe seguire, è corretto dichiarare il possibile conflitto di interesse e valutare la sostituzione (Titolo III, Sezione V; art. 26). Chiarezza preventiva significa ridurre rischi futuri.

Obbligo aggiornamento continuo

Il codice deontologico geometri insiste anche sull’aggiornamento continuo. Normative, digitalizzazione e strumenti di progettazione evolvono rapidamente; restare fermi significa esporsi a errori (art. 7 e art. 23). In questo contesto, la polizza assicurativa assume un ruolo concreto: tutela il cliente e protegge il professionista da eventi imprevisti (art. 9), dimostrando che la responsabilità non è solo etica ma anche organizzativa.

Rispetto della concorrenza

Sul piano del mercato, il codice richiama la concorrenza leale. Servono informazioni chiare su onorari, spese e anticipazioni, evitando qualunque forma di pubblicità ingannevole (Titolo II, Sezione II e III; art. 10–12). La trasparenza sul compenso — anche alla luce del principio di compenso equo previsto dalla legge 49/2023 (art. 20 e 20-bis) — contribuisce a valorizzare la prestazione professionale e a contrastare la logica del ribasso che impoverisce la categoria.

I rapporti interni rappresentano un altro pilastro. Il codice promuove collaborazione, solidarietà e correttezza tra colleghi (art. 13–14) e verso gli organi di Collegio (art. 15–16). Subentrare in un incarico già avviato richiede dialogo e passaggi chiari: è una tutela per il committente e per il professionista. I praticanti sono considerati parte di un percorso formativo strutturato, in cui trasmettere competenze e deontologia (art. 17) diventa un vero investimento sulla qualità futura della professione.

Segreto professionale

Il documento entra poi nel cuore dell’operatività quotidiana: conferimento dell’incarico (art. 18–19), definizione dei limiti della prestazione, uso dei collaboratori, riconoscimento dei propri limiti professionali e, quando necessario, richiesta di supervisione (art. 21–22). Centrale il segreto professionale: discutere questioni sensibili in contesti informali può sembrare banale, ma viola il principio di riservatezza (Titolo III, Sezione III; art. 24) e può generare conseguenze concrete per il cliente e per il professionista.

Anche i rapporti con uffici pubblici e altre professioni tecniche devono essere improntati a rispetto dei ruoli, legalità e corrette procedure (Titolo III, Sezione IV; art. 25). È una condizione indispensabile per garantire credibilità, ordine e tempi certi nei procedimenti.

Sanzioni disciplinari

Il capitolo sulle sanzioni disciplinari — dall’avvertimento alla cancellazione dall’Albo — non va letto come una minaccia (Titolo IV; art. 27). È, piuttosto, un sistema di garanzie che tutela il prestigio della professione e la fiducia dei cittadini, assicurando che i comportamenti scorretti non compromettano chi lavora con serietà.

In pratica, conoscere il codice deontologico geometri significa avere uno strumento in più per lavorare con chiarezza: sapere cosa è lecito, cosa è opportuno evitare e come prevenire conflitti con clienti, colleghi e istituzioni. È una guida operativa che aiuta a prendere decisioni delicate — dall’accettazione dell’incarico alla gestione della riservatezza — con maggiore sicurezza. Non limita la professione: la rende più solida, più riconoscibile e, soprattutto, più affidabile agli occhi di chi si rivolge al geometra per trovare soluzioni tecniche corrette e trasparenti.

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L’articolo Codice deontologico dei geometri: cosa significa davvero nella pratica quotidiana proviene da Unione Geometri.

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Autore: Mauro Melis

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