Secondo gli ultimi dati elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering sulla base delle denunce INAIL, nei primi otto mesi del 2025 si contano 681 vittime sul lavoro in Italia, solo una in più rispetto allo stesso periodo del 2024, pari a un incremento dello 0,1%.
Un dato che evidenzia stabilità rispetto all’anno precedente, ma che al tempo stesso indica l’assenza di progressi concreti nella riduzione del fenomeno infortunistico più grave. Le denunce complessive di infortunio risultano in leggero calo (-0,7%) rispetto ai primi otto mesi del 2024.
Il quadro complessivo rimane quindi sostanzialmente invariato, confermando che la sicurezza sul lavoro continua a richiedere un impegno costante e interventi più incisivi in termini di prevenzione e formazione.
681 MORTI SUL LAVORO DA GENNAIO AD AGOSTO 2025
L’aumento dei morti sul lavoro non accenna a fermarsi: sono 681 i decessi complessivi nei primi otto mesi del 2025, una in più rispetto allo stesso periodo del 2024 (+0,1%).
Gli infortuni mortali in itinere costituiscono circa il 28% delle vittime totali, con un incremento dell’8,7% rispetto al 2024, confermando la pericolosità degli spostamenti casa-lavoro. Al contrario, i decessi in occasione di lavoro mostrano una lieve flessione del -2,8% rispetto allo scorso anno.
Il quadro generale rimane dunque preoccupante, con numeri che non mostrano reali segnali di inversione di tendenza e che impongono di mantenere alta l’attenzione su prevenzione e cultura della sicurezza.
ZONIZZAZIONE PER INCIDENZA: LA SITUAZIONE DELLE REGIONI IN ITALIA
L’indice nazionale di incidenza degli infortuni mortali in occasione di lavoro è pari 20,6 ogni milione di occupati, di seguito vediamo la classificazione regionale elaborata dall’Osservatorio mestrino rispetto a tale dato:
Zona e criterio di incidenza infortunistica | Regioni |
Zona rossa – incidenza > 125% della media nazionale | Basilicata, Umbria, Campania, Sicilia, Calabria |
Zona arancione – incidenza compresa tra il valore medio nazionale e il 125% della media nazionale | Trentino Alto Adige, Puglia, Veneto, Liguria, Sardegna, Abruzzo, Toscana |
Zona gialla – incidenza compresa tra il 75% della media nazionale e il valore medio nazionale | Piemonte, Marche, Valle D’Aosta, Emilia Romagna |
Zona bianca – incidenza < 75% della media nazionale | Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise |
La Lombardia in zona bianca rimane comunque in testa alla classifica delle regioni che contano il maggior numero di vittime con 68 morti sul lavoro. A seguire Veneto (53), Campania (49), Sicilia (41), Piemonte (38), Toscana (35).
I SETTORI E LE FASCE D’ETÀ PIÙ A RISCHIO ED IL GIORNO NERO DELLA SETTIMANA
Il comparto delle Costruzioni, ormai da aprile, si conferma il settore con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (78 casi), seguito da Attività Manifatturiere (69), Trasporti e Magazzinaggio (65) e Commercio (48). I quattro settori insieme rappresentano oltre il 50% del totale dei decessi sul lavoro avvenuti nei primi otto mesi dell’anno.
Analizzando la distribuzione settimanale, il lunedì continua a essere il giorno più tragico, concentrando quasi un quarto dei decessi (23,7%), seguito dal venerdì (20,3%). Anche ad agosto, dunque, si conferma la tendenza che vede l’inizio e la fine della settimana lavorativa come i momenti più critici.
Quanto all’età delle vittime, l’incidenza di mortalità risulta direttamente proporzionale all’età: tra gli ultrasessantacinquenni si registra il valore più elevato, con 66,5 morti per milione di occupati, seguiti dai lavoratori tra 55 e 64 anni (31,5) e da quelli tra 45 e 54 anni (21,7).
LAVORATRICI E LAVORATORI STRANIERI
Il dato di genere conferma che il fenomeno rimane a prevalenza maschile, con 465 uomini deceduti (incidenza pari a 33,8) contro 14 donne (incidenza pari a 2,8).
Ancora più evidente il divario per nazionalità: i lavoratori stranieri presentano un rischio di morte più che doppio rispetto agli italiani. L’indice di incidenza raggiunge 43,0 morti ogni milione di occupati contro 18,0 tra gli italiani. Le vittime straniere sono 108 su 493 decessi complessivi in occasione di lavoro, pari a circa il 22% del totale.
DENUNCE DI INFORTUNIO IN LIEVE CALO
Le denunce complessive di infortunio (in occasione di lavoro e in itinere) scendono da 386.554 nel 2024 a 384.007 nel 2025 (-0,7%).
Nel dettaglio, gli infortuni in occasione di lavoro diminuiscono dell’1,0%, mentre quelli in itinere crescono dell’1,0%.
Il settore manifatturiero si conferma quello con il numero più alto di denunce (45.565), seguito da Costruzioni (24.595), Sanità (23.929), Commercio (21.839) e Trasporti e Magazzinaggio (21.625).
Le lavoratrici contano 107.337 denunce in occasione di lavoro, mentre i lavoratori uomini raggiungono 213.710 casi.
I lavoratori stranieri, infine, rappresentano circa un quinto del totale, con 82.208 denunce totali, di cui la maggior parte (68.911) avvenute in occasione di lavoro.
CONSULTA I DATI COMPLETI
Per accedere ai dati completi sugli infortuni sul lavoro e sulle morti sul lavoro, troppo spesso chiamate ancora “morti bianche”, aggiornati al 31/08/2025 elaborati dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente di Vega CONSULTA IL REPORT “STATISTICHE INFORTUNI MORTALI SUL LAVORO”
L’articolo MORTI SUL LAVORO: 681 LE VITTIME IN ITALIA NEI PRIMI OTTO MESI DEL 2025, +0,1% RISPETTO AL 2024 proviene da Vega Engineering.
Autore: Vega Engineering
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