Il 23 settembre l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha diffuso i risultati del nuovo sondaggio “OSH Pulse 2025: salute e sicurezza sul lavoro nell’era dei cambiamenti climatici e digitali”. L’indagine, condotta tra marzo e aprile 2025 su oltre 28.000 lavoratori in tutti gli Stati membri dell’UE, Islanda, Norvegia e Svizzera, fotografa lo stato della sicurezza e salute sul lavoro in un momento di forte trasformazione, analizzando cambiamento climatico, rischi psicosociali e digitalizzazione.
L’obiettivo: comprendere come queste tre dimensioni influenzino la sicurezza e la salute sul lavoro.

Consulta la sintesi ufficiale EU-OSHA, per l’Europa e per l’Italia, puoi scaricare gratuitamente i documenti in fondo alla news.

CAMBIAMENTO CLIMATICO: UN TERZO DEI LAVORATORI ESPOSTO

Il 33% dei lavoratori europei intervistati dichiara di essere esposto ad almeno un fattore di rischio collegato ai cambiamenti climatici nei 12 mesi precedenti. In particolare:

  • 20% riferisce esposizione a calore estremo (interno o esterno)
  • 19% a problemi di qualità dell’aria (polveri, pollini, fumi)
  • 12% a radiazione solare intensa, un noto rischio cancerogeno
  • 9% a eventi meteorologici estremi (alluvioni, incendi, siccità)

I settori più colpiti sono agricoltura, silvicoltura, pesca (35% esposti al calore), seguiti da edilizia ed energia.
Più della metà delle aziende ha introdotto misure preventive come turni flessibili, pause regolari, ombreggiamento, ma la distribuzione è irregolare tra Paesi.

SALUTE MENTALE E RISCHI PSICOSOCIALI

Lo stress resta tra i principali problemi lavoro-correlati:

  • 44% dei lavoratori lamenta pressione sui tempi di lavoro o sovraccarico (50% nel settore assistenziale)
  • 34% denuncia mancanza di riconoscimento per l’impegno lavorativo (retribuzione, avanzamenti)
  • 29% indica scarsa comunicazione o collaborazione
  • 16% ha subito violenza fisica o verbale
  • 8% è vittima di molestie o mobbing

Il 66% delle grandi aziende offre iniziative di formazione e sensibilizzazione su benessere e gestione dello stress, ma nelle microimprese il dato scende al 42%. Quasi la metà dei lavoratori teme che dichiarare un problema di salute mentale possa compromettere la carriera, anche se il 58% si dichiara pronto a parlarne con un superiore, segnale di progressivo cambiamento culturale.

DIGITALIZZAZIONE: OPPORTUNITÀ E NUOVI RISCHI

Oggi 9 lavoratori su 10 utilizzano almeno una tecnologia digitale; uno su tre impiega strumenti avanzati (software basati su intelligenza artificiale, dispositivi indossabili, robotica in grado di “pensare” e prendere decisioni o che interagisce con i lavoratori).
Il 27% subisce assegnazione automatica di compiti o turni, il 25% segnala l’uso di tecnologie digitali per la supervisione o il monitoraggio del proprio lavoro e comportamento.

La digitalizzazione diventa fonte di stress quando:

  • 48% dichiara che impone il ritmo di lavoro
  • 30% riporta una sensazione di isolamento sociale
  • 28% percepisce aumento del carico di lavoro
  • 19% vede ridursi l’opportunità di usare le proprie competenze

Questi dati confermano l’esigenza di un’implementazione etica e partecipata delle tecnologie digitali e di una valutazione aggiornata dei rischi psicosociali legati all’uso di algoritmi e piattaforme.

IMPATTO SULLA SALUTE

Tra i nove problemi di salute monitorati, i lavoratori menzionano più frequentemente:

  • affaticamento generale (37%)
  • mal di testa e affaticamento visivo (35%)
  • stress, depressione o ansia (29%, in crescita rispetto al 2022)
  • disturbi muscolo-scheletrici (28%)

Le malattie infettive, incluso il COVID-19, sono segnalate dal 15% dei lavoratori. Meno di uno su dieci ha sofferto sintomi legati al calore (7%), infortuni (6%) o scottature solari (3%).

IL QUADRO ITALIANO: COSA DICE L’OSH PULSE 2025 SUI NOSTRI LAVORATORI

In Italia, i risultati mostrano un quadro in parte più critico rispetto alla media europea:

  • 22% dei lavoratori dichiara esposizione a problemi di qualità dell’aria (contro il 19% UE)
  • 24% è esposto a calore estremo, la media UE si assesta al 20%
  • Solo 8% segnala esposizione intensa ai raggi solari (meno della media UE: 12%)

Sul fronte delle misure preventive, le aziende italiane risultano più attive della media europea:

  • 70% dichiara la presenza di altre misure tecniche di protezione (raffrescamento, DPI adeguati, isolamento termico) contro il 54% UE
  • 28% offre informazione e formazione sui rischi legati al calore e ai cambiamenti climatici (30% UE)
  • 62% adegua l’organizzazione del lavoro (orari di lavoro flessibili, pause regolari, rotazione delle attività), maggiore rispetto alla media UE pari a 58% UE
  • 30% consulta i lavoratori sulle preoccupazioni legate al clima, in linea con il dato europeo.
Scarica i documenti allegati a questa news

L’articolo CLIMA, STRESS E TECNOLOGIE DIGITALI: COME CAMBIANO SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO SECONDO EU-OSHA proviene da Vega Engineering.

Vai alla fonte.

Autore: Vega Engineering

Powered by WPeMatico

_________________________________

CFD FEA Service SRL è una società di servizi che offre consulenza e formazione in ambito ingegneria e IT. Se questo post/prodotto ti è piaciuto ti invitiamo a:

  • visionare il nostro blog
  • visionare i software disponibili - anche per la formazione
  • iscriverti alla nostra newsletter
  • entrare in contatto con noi attraverso la pagina contatti

Saremo lieti di seguire le tue richieste e fornire risposte alle tue domande.

Categories: Normativa