Sono passati dieci anni da quando, il 25 settembre 2015, l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione articolato in 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).

Con soli cinque anni rimanenti, il mondo si trova in una fase cruciale: se i primi anni hanno registrato progressi significativi, gli ultimi sono stati segnati da crisi interconnesse – pandemie, conflitti, instabilità geopolitica, disuguaglianze crescenti e cambiamenti climatici – che hanno rallentato o invertito i trend positivi in molti settori.

IL QUADRO GLOBALE TRA PROGRESSI E RITARDI NEGLI SDGS

Secondo i più recenti rapporti ONU, solo il 15% dei target dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è in linea con la scadenza del 2030, mentre oltre la metà presenta ritardi significativi o regressi. La povertà estrema è tornata a crescere in alcune aree del mondo, i conflitti hanno spinto milioni di persone a lasciare le proprie case e i cambiamenti climatici stanno causando eventi meteorologici estremi sempre più frequenti.

Ciononostante, si osservano segnali positivi: l’adozione di energie rinnovabili è in crescita, le imprese sono sempre più attente alla responsabilità sociale e gli investimenti ESG hanno toccato livelli record nel 2024, segno che la trasformazione è in corso, seppur a un ritmo ancora insufficiente per rispettare le scadenze (ONU, 2024).

Un tema emergente a livello globale è quello dell’intelligenza artificiale (IA): le Nazioni Unite e l’UE stanno sviluppando linee guida per un utilizzo etico e responsabile di questa tecnologia, considerata uno strumento potenzialmente decisivo per monitorare gli SDGs, ottimizzare risorse e migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche. Tuttavia, l’IA solleva anche interrogativi su privacy, disuguaglianze e rischi di disinformazione automatizzata.

L’ITALIA: IL BILANCIO DOPO 10 ANNI

In attesa che l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) pubblichi l’ultimo report sull’impegno della comunità internazionale e di quella nazionale per l’attuazione dell’Agenda 2030, dagli ultimi dati disponibili emerge che l’Italia ha compiuto passi avanti nella lotta al cambiamento climatico, nella transizione energetica e nella riduzione della povertà energetica, ma restano criticità legate a disuguaglianze sociali, qualità dell’occupazione e tutela della biodiversità.
Secondo il Rapporto di Primavera 2025 dell’ASviS la sostenibilità conviene, sia per l’ambiente che per l’economia: le imprese che investono nella decarbonizzazione e nell’innovazione risultano più competitive e resilienti di fronte alle crisi.

GLI SCENARI FUTURI IN ITALIA: OPPORTUNITÀ DA COGLIERE

Le analisi sviluppate con il centro di ricerca Oxford Economics mostrano che agire subito è la strategia più vantaggiosa per il Paese. Lo scenario definito “Net Zero Transformation” prevede entro il 2050 un aumento del PIL e una crescita dell’occupazione, grazie a investimenti anticipati e a politiche di innovazione. Ritardare la transizione, invece, comporterebbe costi sociali ed economici più elevati e un impatto negativo sul reddito reale e sulla stabilità occupazionale. Lo scenario di inazione (Transizione Tardiva) è quello più rischioso: porterebbe a forti pressioni inflazionistiche, all’esplosione del tasso di disoccupazione e a un peggioramento delle condizioni di vita entro la metà del secolo.

INNOVAZIONE TECNOLOGICA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: SFIDE E OPPORTUNITÀ

L’ultimo Rapporto dell’ASviS dedica spazio anche all’intelligenza artificiale (IA), riconoscendone il duplice ruolo: da un lato leva strategica per migliorare efficienza, innovazione e monitoraggio dei progressi sugli SDGs, dall’altro possibile fonte di nuove criticità etiche e sociali. Come sottolinea il documento, con l’entrata in vigore dell’AI Act europeo (Reg. UE 1689/2024) viene introdotto un quadro giuridico uniforme per garantire sicurezza e trasparenza nell’uso dell’IA.

Entro il 2030 fino a un terzo delle attività ripetitive potrà essere automatizzato e oltre un terzo delle professioni diventerà “ibrido”, con collaborazione uomo-macchina: un cambiamento che richiede nuove competenze digitali e programmi di riqualificazione per evitare l’aumento delle disuguaglianze.

UNO SGUARDO AL 2030 E OLTRE

Il decennale dell’Agenda 2030 rappresenta un’occasione per fare il punto della situazione, rilanciare l’impegno collettivo e accelerare il cambiamento. Rimaniamo quindi in attesa dei dati aggiornati sull’avanzamento dell’Italia e di tutti i Paesi aderenti rispetto ai Goals dell’Agenda 2030, anche se appare chiaro che serve un piano di accelerazione trasformativa che integri politiche economiche, sociali e ambientali, mobiliti capitali pubblici e privati e punti su ricerca e innovazione. Solo così sarà possibile raggiungere i 17 Obiettivi entro il 2030 e costruire un futuro prospero e sostenibile per le generazioni future.

L’articolo AGENDA 2030: DIECI ANNI DOPO, UNA SFIDA ANCORA APERTA proviene da Vega Engineering.

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Autore: Vega Engineering

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