La crescente scarsità idrica che colpisce le regioni mediterranee e, in particolare, la Puglia, ha spinto l’Autorità Idrica Pugliese a rivolgersi al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) con un interpello urgente. L’obiettivo è chiarire se sia possibile impiegare acque reflue depurate a fini antincendio, riducendo così la pressione sulle risorse idropotabili.
In fondo alla news è possibile scaricare gratuitamente l’Interpello del 21 luglio 2025 e la risposta del MASE dell’11 agosto 2025.
L’INTERPELLO DELL’AUTORITÀ IDRICA PUGLIESE
Con nota del 21 luglio 2025, l’Autorità Idrica Pugliese ha posto due quesiti principali:
- Utilizzo di acqua reflua depurata e affinata (conforme ai requisiti del DM 185/2003) per il rifornimento di mezzi antincendio dei Vigili del Fuoco;
- Uso, in modo eccezionale e temporaneo, di acque reflue depurate che rispettino i parametri della Tabella 4 dell’Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs. 152/2006, in ragione della situazione emergenziale.
L’Autorità ha sottolineato come, soprattutto nelle aree costiere pugliesi, i Vigili del Fuoco incontrino spesso difficoltà di approvvigionamento di acqua, con conseguenze rilevanti sulla capacità di intervento.
LA RISPOSTA DEL MASE
Con risposta prot. 152853 dell’11 agosto 2025, il MASE ha chiarito il quadro normativo applicabile:
- L’impiego di acque reflue recuperate a fini antincendio è ammesso e rientra tra gli usi industriali previsti dall’art. 3, lett. c) del DM 185/2003, che contempla esplicitamente l’uso “come acqua antincendio”;
- Tale riutilizzo è però consentito solo previa autorizzazione (art. 6 DM 185/2003) che stabilisce prescrizioni e limiti di qualità, senza alcuna eccezione o deroga;
- I valori di riferimento minimi sono quelli della Tabella 3 dell’Allegato 5 alla Parte III del D.Lgs. 152/2006 “Valori limite di emissione in acque superficiali e in fognatura”, ma possono risultare inadeguati per garantire la tutela ambientale in relazione ad usi antincendio in ambienti naturali, urbani e agricoli. In questi casi, devono essere fissati limiti concordati in sede autorizzativa e riferiti anche agli standard per gli usi civili;
- Non è consentito l’uso di acque che rispettino solo i limiti della Tabella 4 dell’Allegato 5 alla Parte III del TUA “Limiti di emissione per le acque reflue urbane ed industriali che recapitano sul suolo”, senza affinamento e senza titolo autorizzativo. La sola emergenza idrica non costituisce deroga, salvo una specifica dichiarazione di stato di emergenza con poteri straordinari.
FOCUS TECNICO: TABELLA 3 E TABELLA 4 DEL DLGS 152/2006 E DM 185/2003
- Tabella 3, Allegato 5, Parte III D.Lgs. 152/2006
Definisce i valori limite per gli scarichi in acque superficiali. Si tratta di standard di base che garantiscono una depurazione sufficiente a ridurre l’impatto sugli ecosistemi acquatici. Questi limiti costituiscono il livello minimo inderogabile per il riutilizzo delle acque reflue in ambito industriale, compreso l’uso antincendio. - Tabella 4, Allegato 5, Parte III D.Lgs. 152/2006
Prevede parametri validi per gli scarichi sul suolo. Il MASE ha chiarito che tali valori non sono idonei, neanche in via eccezionale, per un impiego antincendio, senza un titolo autorizzativo. - DM 185/2003
Regolamento specifico per il riutilizzo delle acque reflue, che disciplina destinazioni d’uso, requisiti di qualità e procedure autorizzative. L’art. 3 include esplicitamente l’uso come “acqua antincendio” tra gli impieghi industriali consentiti. Tuttavia, impone che l’acqua sia affinata e che l’autorizzazione individui limiti specifici adeguati allo scopo.
IMPLICAZIONI OPERATIVE
In sintesi, il chiarimento ministeriale:
- conferma la possibilità di utilizzare acque reflue affinate per interventi di spegnimento incendi, ma solo in un quadro autorizzato e controllato;
- esclude la possibilità di ricorrere a riutilizzi straordinari senza titolo autorizzativo, anche in contesti di crisi idrica;
- individua negli standard per usi civili un riferimento idoneo per definire i requisiti di qualità delle acque destinate ad attività antincendio, evidenziando la necessità di una tutela ambientale elevata.
L’articolo UTILIZZO DI ACQUE REFLUE DEPURATE PER SCOPI ANTINCENDIO: IL CHIARIMENTO DEL MASE proviene da Vega Engineering.
Autore: Vega Engineering
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