Per contrastare ed eliminare la presenza letale di gas radon tra le mura domestiche, è cruciale distinguere tra interventi su edifici già esistenti e quelli da realizzare ex novo. Nel primo caso, le soluzioni devono limitarsi a interventi poco invasivi, per non compromettere l’integrità strutturale, mentre in fase progettuale è possibile adottare strategie più radicali e preventive, con costi meno onerosi.
- Ventilazione naturale.
- Ventilazione forzata.
- Depressurizzazione del vespaio
- Suzione del sottosuolo
- Parete ventilata
- Il pozzo radon
- Aspirazione del sottosuolo
- Intercapedine ventilata tra suolo e pavimento
- Aspirazione dalle pareti.
- Battiscopa aspirante
- Sei un architetto? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?
10 soluzioni tecniche per ridurre ed eliminare la concentrazione di radon negli edifici, tra misure attive, passive e interventi strutturali preventivi.
Le modalità di mitigazione si dividono in sistemi passivi (che sfruttano forze naturali come l’effetto camino o la ventilazione) e attivi, che impiegano componenti meccanici per evacuare il gas. I primi sono preferibili per semplicità e risparmio economico, ma i secondi garantiscono risultati più efficaci, soprattutto in contesti ad alto rischio.
Ventilazione naturale.
La ventilazione naturale rappresenta la prima linea di difesa contro il radon, soprattutto in edifici esistenti. È una tecnica passiva, che si basa sull’apertura frequente di finestre e porte per favorire il ricambio d’aria e disperdere le concentrazioni del gas. È efficace in climi miti e in abitazioni ben aerabili, ma presenta limiti importanti: dipende dalle condizioni meteorologiche, dall’orientamento dell’edificio e dalla possibilità concreta di aerare con continuità tutti gli ambienti. Nei mesi freddi, inoltre, diventa poco praticabile. Sebbene semplice da adottare, è raramente sufficiente da sola nei casi in cui i livelli di radon superano le soglie consigliate (300 Bq/m³ nelle abitazioni già costruite).
Ventilazione forzata.
La ventilazione forzata è una tecnica attiva che utilizza estrattori meccanici per spingere l’aria contaminata all’esterno, creando un flusso controllato. Questo sistema è più efficiente rispetto alla ventilazione naturale perché permette di mantenere il ricambio anche quando l’ambiente esterno non è favorevole. Può essere installata sia in impianti di ventilazione centralizzata, sia attraverso piccoli estrattori sulle bocchette, sulle finestre o sulle porte. Il vantaggio è duplice: abbattimento del radon e contenimento delle dispersioni termiche grazie a calcoli precisi del volume d’aria in espulsione. Ideale per abitazioni con isolamento termico avanzato, si adatta bene anche ad ambienti scolastici e uffici.
Depressurizzazione del vespaio
Nei nuovi edifici, o in quelli con vespaio areato, la depressurizzazione attiva del suolo è una delle strategie più efficaci. Prevede l’inserimento sotto la pavimentazione di uno strato drenante in pietrisco, che raccoglie il gas e lo convoglia in tubazioni collegate a un sistema di aspirazione meccanica. Così facendo si riduce la differenza di pressione tra il suolo e l’interno dell’edificio, che è una delle cause principali dell’infiltrazione del gas. L’aspirazione può essere continua o regolata da sensori. È una soluzione strutturale, che richiede pianificazione, ma garantisce riduzioni di radon fino al 90% se ben progettata.
Suzione del sottosuolo
Alcuni edifici già dotati di drenaggi perimetrali possono essere adattati per la suzione del radon dal sottosuolo. Quando i tubi di drenaggio formano un anello continuo attorno all’edificio, è possibile installare un estrattore collegato a un pozzetto distante dalla casa. Questo crea una depressione che attrae il gas radon, impedendogli di entrare in casa. È una tecnica attiva, ma sfrutta elementi già esistenti, con costi contenuti e ottimi risultati: in alcuni casi si è registrata una riduzione del 98% del radon interno. La manutenzione va però effettuata con regolarità per garantirne la piena funzionalità.
Parete ventilata
Quando tra muro interno ed esterno è presente una camera d’aria, si può creare una parete ventilata. Questa tecnica può essere sia passiva, se si affida ai moti convettivi naturali, sia attiva, nel caso si installino ventole o aspiratori. L’obiettivo è sempre lo stesso: spingere il radon verso l’esterno prima che penetri nell’ambiente abitato. Le intercapedini ventilate funzionano anche come isolanti termici e acustici, con il vantaggio di migliorare il comfort indoor complessivo. È una soluzione da considerare soprattutto nei progetti di riqualificazione energetica.
Il pozzo radon
Il pozzo radon è un sistema di captazione installato nel punto più basso dell’edificio, generalmente in un seminterrato o in una cantina. È costruito con mattoni forati non cementati, circondati da ghiaia grossolana, che favoriscono l’ingresso del gas. Un tubo collegato a una pompa aspirante permette di canalizzare il radon verso l’esterno, di solito fino al tetto, per evitare che il gas rientri da porte o finestre. È una tecnica attiva, molto usata in ambienti ad alto rischio, soprattutto in zone geologicamente predisposte alla produzione di radon, come aree granitiche o vulcaniche.
Aspirazione del sottosuolo
Se l’edificio non dispone di vespaio, è possibile agire direttamente sotto il solaio di calpestio, sigillandolo e installando tubi di aspirazione. Questo sistema consente di captare il gas prima che entri nell’ambiente abitato, sfruttando una rete di condotti e un estrattore collegato all’esterno. È una soluzione usata soprattutto in edifici esistenti, dove non si vuole intervenire sul terreno. Tuttavia, richiede una perfetta tenuta del solaio e una progettazione accurata della rete di aspirazione.
Intercapedine ventilata tra suolo e pavimento
In molte nuove costruzioni si utilizza un’intercapedine tra terreno e solaio, dove viene favorito un flusso d’aria naturale o forzato. Questo sistema riduce in modo significativo la presenza di gas, creando una zona di separazione attiva tra il suolo e gli ambienti abitati. I fori nelle pareti dell’intercapedine facilitano la ventilazione, mentre eventuali ventole migliorano il rendimento. È tra le soluzioni più applicate negli edifici di nuova costruzione dal 2025, anche grazie agli incentivi per l’edilizia sostenibile.
Non solo il terreno: anche intonaci, calcestruzzo e materiali edili possono emettere radon. In questi casi, è possibile isolare le pareti interne e installare un sistema che aspira il gas attraverso micro-tubature, prima che si diffonda nell’ambiente. È una tecnica avanzata, usata soprattutto in edifici storici o in contesti dove l’intervento sul suolo è impossibile. I costi sono elevati, ma può rivelarsi l’unica opzione praticabile.
Battiscopa aspirante
Un’idea innovativa è rappresentata dal battiscopa aspirante, posizionato nei punti critici di contatto tra pareti e solaio. Questa struttura non solo nasconde le tubazioni, ma consente di aspirare il gas proprio laddove tende a infiltrarsi. I condotti conducono il radon fino all’esterno attraverso un impianto impermeabile, rendendo questo sistema discreto e altamente efficiente. È particolarmente adatto a edifici dove si desidera un intervento poco visibile ma efficace.
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L’articolo Radon in casa: 10 tecniche efficaci per eliminarlo definitivamente proviene da Unione Geometri.
Autore: Mauro Melis
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