Per contrastare ed eliminare la presenza letale di gas radon tra le mura domestiche, è cruciale distinguere tra interventi su edifici già esistenti e quelli da realizzare ex novo. Nel primo caso, le soluzioni devono limitarsi a interventi poco invasivi, per non compromettere l’integrità strutturale, mentre in fase progettuale è possibile adottare strategie più radicali e preventive, con costi meno onerosi.

  1. Ventilazione naturale.
  2. Ventilazione forzata.
  3. Depressurizzazione del vespaio
  4. Suzione del sottosuolo
  5. Parete ventilata
  6. Il pozzo radon
  7. Aspirazione del sottosuolo
  8. Intercapedine ventilata tra suolo e pavimento
  9. Aspirazione dalle pareti.
  10. Battiscopa aspirante
  11. Sei un architetto? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?

10 soluzioni tecniche per ridurre ed eliminare la concentrazione di radon negli edifici, tra misure attive, passive e interventi strutturali preventivi.

Le modalità di mitigazione si dividono in sistemi passivi (che sfruttano forze naturali come l’effetto camino o la ventilazione) e attivi, che impiegano componenti meccanici per evacuare il gas. I primi sono preferibili per semplicità e risparmio economico, ma i secondi garantiscono risultati più efficaci, soprattutto in contesti ad alto rischio.

Ventilazione naturale.

La ventilazione naturale rappresenta la prima linea di difesa contro il radon, soprattutto in edifici esistenti. È una tecnica passiva, che si basa sull’apertura frequente di finestre e porte per favorire il ricambio d’aria e disperdere le concentrazioni del gas. È efficace in climi miti e in abitazioni ben aerabili, ma presenta limiti importanti: dipende dalle condizioni meteorologiche, dall’orientamento dell’edificio e dalla possibilità concreta di aerare con continuità tutti gli ambienti. Nei mesi freddi, inoltre, diventa poco praticabile. Sebbene semplice da adottare, è raramente sufficiente da sola nei casi in cui i livelli di radon superano le soglie consigliate (300 Bq/m³ nelle abitazioni già costruite).

Ventilazione forzata.

La ventilazione forzata è una tecnica attiva che utilizza estrattori meccanici per spingere l’aria contaminata all’esterno, creando un flusso controllato. Questo sistema è più efficiente rispetto alla ventilazione naturale perché permette di mantenere il ricambio anche quando l’ambiente esterno non è favorevole. Può essere installata sia in impianti di ventilazione centralizzata, sia attraverso piccoli estrattori sulle bocchette, sulle finestre o sulle porte. Il vantaggio è duplice: abbattimento del radon e contenimento delle dispersioni termiche grazie a calcoli precisi del volume d’aria in espulsione. Ideale per abitazioni con isolamento termico avanzato, si adatta bene anche ad ambienti scolastici e uffici.

Depressurizzazione del vespaio

Nei nuovi edifici, o in quelli con vespaio areato, la depressurizzazione attiva del suolo è una delle strategie più efficaci. Prevede l’inserimento sotto la pavimentazione di uno strato drenante in pietrisco, che raccoglie il gas e lo convoglia in tubazioni collegate a un sistema di aspirazione meccanica. Così facendo si riduce la differenza di pressione tra il suolo e l’interno dell’edificio, che è una delle cause principali dell’infiltrazione del gas. L’aspirazione può essere continua o regolata da sensori. È una soluzione strutturale, che richiede pianificazione, ma garantisce riduzioni di radon fino al 90% se ben progettata.

Suzione del sottosuolo

Alcuni edifici già dotati di drenaggi perimetrali possono essere adattati per la suzione del radon dal sottosuolo. Quando i tubi di drenaggio formano un anello continuo attorno all’edificio, è possibile installare un estrattore collegato a un pozzetto distante dalla casa. Questo crea una depressione che attrae il gas radon, impedendogli di entrare in casa. È una tecnica attiva, ma sfrutta elementi già esistenti, con costi contenuti e ottimi risultati: in alcuni casi si è registrata una riduzione del 98% del radon interno. La manutenzione va però effettuata con regolarità per garantirne la piena funzionalità.

Parete ventilata

Quando tra muro interno ed esterno è presente una camera d’aria, si può creare una parete ventilata. Questa tecnica può essere sia passiva, se si affida ai moti convettivi naturali, sia attiva, nel caso si installino ventole o aspiratori. L’obiettivo è sempre lo stesso: spingere il radon verso l’esterno prima che penetri nell’ambiente abitato. Le intercapedini ventilate funzionano anche come isolanti termici e acustici, con il vantaggio di migliorare il comfort indoor complessivo. È una soluzione da considerare soprattutto nei progetti di riqualificazione energetica.

Il pozzo radon

Il pozzo radon è un sistema di captazione installato nel punto più basso dell’edificio, generalmente in un seminterrato o in una cantina. È costruito con mattoni forati non cementati, circondati da ghiaia grossolana, che favoriscono l’ingresso del gas. Un tubo collegato a una pompa aspirante permette di canalizzare il radon verso l’esterno, di solito fino al tetto, per evitare che il gas rientri da porte o finestre. È una tecnica attiva, molto usata in ambienti ad alto rischio, soprattutto in zone geologicamente predisposte alla produzione di radon, come aree granitiche o vulcaniche.

Aspirazione del sottosuolo

Se l’edificio non dispone di vespaio, è possibile agire direttamente sotto il solaio di calpestio, sigillandolo e installando tubi di aspirazione. Questo sistema consente di captare il gas prima che entri nell’ambiente abitato, sfruttando una rete di condotti e un estrattore collegato all’esterno. È una soluzione usata soprattutto in edifici esistenti, dove non si vuole intervenire sul terreno. Tuttavia, richiede una perfetta tenuta del solaio e una progettazione accurata della rete di aspirazione.

Intercapedine ventilata tra suolo e pavimento

In molte nuove costruzioni si utilizza un’intercapedine tra terreno e solaio, dove viene favorito un flusso d’aria naturale o forzato. Questo sistema riduce in modo significativo la presenza di gas, creando una zona di separazione attiva tra il suolo e gli ambienti abitati. I fori nelle pareti dell’intercapedine facilitano la ventilazione, mentre eventuali ventole migliorano il rendimento. È tra le soluzioni più applicate negli edifici di nuova costruzione dal 2025, anche grazie agli incentivi per l’edilizia sostenibile.

Aspirazione dalle pareti.

Non solo il terreno: anche intonaci, calcestruzzo e materiali edili possono emettere radon. In questi casi, è possibile isolare le pareti interne e installare un sistema che aspira il gas attraverso micro-tubature, prima che si diffonda nell’ambiente. È una tecnica avanzata, usata soprattutto in edifici storici o in contesti dove l’intervento sul suolo è impossibile. I costi sono elevati, ma può rivelarsi l’unica opzione praticabile.

Battiscopa aspirante

Un’idea innovativa è rappresentata dal battiscopa aspirante, posizionato nei punti critici di contatto tra pareti e solaio. Questa struttura non solo nasconde le tubazioni, ma consente di aspirare il gas proprio laddove tende a infiltrarsi. I condotti conducono il radon fino all’esterno attraverso un impianto impermeabile, rendendo questo sistema discreto e altamente efficiente. È particolarmente adatto a edifici dove si desidera un intervento poco visibile ma efficace.

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L’articolo Radon in casa: 10 tecniche efficaci per eliminarlo definitivamente proviene da Unione Geometri.

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Autore: Mauro Melis

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