Amianto nascosto negli edifici? Dove si trova e perché è pericoloso? L’amianto, un tempo considerato un materiale miracoloso per le sue proprietà isolanti e resistenti al fuoco, è oggi al centro di una delle più gravi emergenze ambientali e sanitarie del nostro Paese. Nonostante il suo utilizzo sia stato vietato da oltre trent’anni, la sua diffusione capillare negli edifici pubblici e privati continua a rappresentare un pericolo latente. Coperture, tubazioni, controsoffitti e persino impianti elettrici possono ancora contenere questo materiale potenzialmente letale, spesso nascosto e difficile da identificare senza un’adeguata mappatura.
Dove si trova l’amianto negli edifici, quali materiali lo contengono e come nuove normative aggiornate.
L’amianto è stato bandito in Italia dalla Legge 27 marzo 1992, n. 257, che vieta estrazione, importazione, lavorazione e commercializzazione – ma la sua presenza nel paese permane tutt’ora significativa. Secondo l’Istat, tra 2 e 3 miliardi di metri quadrati di lastre in cemento‑amianto sono stati installati negli ultimi trent’anni, concentrandosi soprattutto nelle grandi città.
In quali superfici è presente l’amianto?
Dove si trova l’amianto? Le superfici più diffuse si dividono in tre grandi classi, come definito dal D.M. 6 settembre 1994: rivestimenti spruzzati, isolamenti di tubi e caldaie, e materiali come pannelli, cartoni e prodotti tessili. Particolarmente comuni, sotto forma di lastre, sono i materiali in cemento‑amianto: la loro pericolosità dipende dalla capacità di rilasciare fibre aerodisperse, condizionate dalla friabilità della matrice.
La friabilità dell’amianto
La friabilità distingue i materiali in due categorie: i friabili, facilmente polverizzabili con la semplice pressione, e i compatti, che si sfaldano solo con attrezzi meccanici. I rivestimenti spruzzati – tipicamente friabili – si deteriorano facilmente e possono liberare fibre se sottoposti a vibrazioni, usura, o interventi manutentivi.
In quali manufatti è presente l’amianto
Tra le applicazioni più frequenti:
- Coperture di tetti, lastre ondulate, tegole e pianelle (fino al 90 % dell’amianto impiegato). Spesso in crisotilo, ma occasionalmente con crocidolite o anfiboli, facilmente individuabili da fiocchi blu in superficie.
- Controsoffitti e coibentazioni di sottotetti, realizzati con pannelli o intonaci spray contenenti amianto.
- Cassoni, serbatoi, tubature per acque bianche e scarichi: cemento‑amianto resistente, ma il rischio per la salute da ingestione rimane non provato.
- Canne fumarie, camini e scarichi fumi, sfruttavano la resistenza al calore dell’amianto.
- Pavimentazioni in vinil‑amianto: piastrelle verdi o blu, con contenuti tra 3 e 30 %.
- Guarnizioni, isolamenti termici ed elettrici in caldaie, stufe, forni, elettrodomestici e motori, dove si impiegavano cartoni, feltri o cavi di amianto.
Nel settore industriale, l’amianto era usato in coperture di capannoni (Eternit, 12–15 % della massa), tubazioni coibentate per acque, oli, acidi, e in serbatoi, reattori, giunti di espansione e impianti a pressione.
Nuove informazioni e normative aggiornate
Secondo il Sistema Nazionale Protezione Ambiente, oltre 155.000 siti in Italia risultavano interessati da amianto nel 2022. L’Osservatorio Amianto segnala circa 34.000 aree contaminate, concentrate soprattutto nelle zone portuali e industriali come Monfalcone, Trieste, Genova, Taranto, Casale Monferrato e Siracusa.
La Direttiva UE 2023/2668
Nel 2023, la Direttiva UE 2023/2668 ha ridotto drasticamente i limiti ammissibili di fibre in aria (da 100 a 10 fibre/l, e addirittura 0,01 fibre/cm³), introducendo l’obbligo di misurazione tramite microscopia elettronica entro il 2029. L’UNI ha aggiornato prassi professionali per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture e per le responsabilità del Responsabile del rischio amianto
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L’articolo Amianto nascosto negli edifici? Dove si trova? proviene da Unione Geometri.
Autore: Mauro Melis
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