Il bilancio dei decessi sul lavoro del periodo gennaio-aprile 2025 continua a preoccupare. Se il primo trimestre dell’anno ha visto un incremento del 9,9% rispetto all’anno precedente, dopo un mese l’aumento del numero di morti sul lavoro è del 2,4% rispetto al primo quadrimestre 2024: di certo non è un miglioramento dato che, sulla base dei dati forniti dall’INAIL, si registrano 291 “morti bianche” totali in Italia di cui 211 in occasione di lavoro.
Sebbene il termine morti bianche sia ancora ampiamente utilizzato, risulta inappropriato poiché tende a mascherare la possibilità di prevenire le morti sul lavoro e ci si augura che le misure più stringenti in termini di formazione sulla sicurezza contenute nel nuovo Accordo Stato Regioni dello scorso 17 aprile, possano arginare il costante aumento di questi numeri.

LA MAPPATURA DELLE REGIONI IN BASE ALL’INCIDENZA

Le regioni segnate da un’incidenza degli infortuni mortali superiore al 125% rispetto alla media nazionale e quindi in zona rossa sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle D’Aosta, Abruzzo, Sicilia e Campania.

In zona arancione si trovano: Puglia, Toscana, Veneto, Molise, Calabria e Piemonte.

In zona gialla si vedono Liguria e Lombardia, mentre come regioni “virtuose” in zona bianca: Marche, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Emilia-Romagna e Sardegna.       

Per quanto riguarda i numeri assoluti di decessi solo in occasione di lavoro, il primato rimane alla Lombardia con 34 decessi, seguita da Veneto (21), Campania (19), Sicilia e Piemonte (17) e Toscana (16),

IL GIORNO “NERO” DELLA SETTIMANA

Il periodo gennaio-aprile 2025 vede lunedì, martedì e venerdì come giorni in cui si verificano più decessi ma a differenza del mese precedente, escludendo gli infortuni in itinere, il podio viene occupato dal venerdì con il 21,3% sul totale rispetto al 20,4% delle altre due giornate.

FASCE D’ETÀ, NAZIONE DI PROVENIENZA E GENERE

In linea con l’andamento del primo trimestre, i dati relativi al periodo gennaio-aprile 2025 analizzati dall’Osservatorio Vegaconfermano il maggior numero di morti in occasione di lavoro nella fascia d’età 55-64 anni (79 su 211) seguita da 45-54 anni (61).

I lavoratori stranieri vittime in occasione di lavoro crescono in proporzione rispetto al totale (211) registrando 39 morti rispetto ai 172 italiani e confermando un’incidenza di mortalità in occasione di lavoro quasi doppia rispetto agli italiani: 15,5 a fronte dell’8,0.

Analogamente al primo quadrimestre 2024, il numero di vittime donne in occasione di lavoro rimane a 12 vittime dall’inizio dell’anno.

Meno rassicurante il dato sulle vittime in itinere che cresce di 9 casi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sia per le donne (16 nel 2025 rispetto alle 7 del 2024) e sia per gli uomini (64 nel 2025 rispetto ai 55 del 2024).

I SETTORI PIÙ COLPITI

Il maggior numeri di casi di decesso in occasione di lavoro avvengono nei tre settori più colpiti dall’inizio del 2025: Costruzioni (31 vittime), Trasporti e Magazzinaggio (30) e Attività Manifatturiere (29).

IN CALO LE DENUNCE DI INFORTUNIO

Le denunce di infortunio complessive diminuiscono rispetto al 2024 (-0,9%) registrando un valore di 192.253 rispetto al 193.979, di cui 20.975 proveniente dal settore delle Attività Manifatturiere, 11.019 dalla Sanità, 10.797 dalle Costruzioni, 9.774 dal Trasporto e Magazzinaggio e 9.675 dal Commercio.

Per quanto riguarda le fasce di età, l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering registra il numero maggiore in quella 45-54 anni con 39.946 denunce (20,8% sul totale).

CONSULTA I DATI COMPLETI

Per accedere ai dati completi sugli infortuni sul lavoro aggiornati al 30/04/2025 e scaricare gratuitamente tutti i report dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente di Vega, clicca qui: VEDI I REPORT SICUREZZA SUL LAVORO

L’articolo MORTI SUL LAVORO: IL PRIMO QUADRIMESTRE 2025 CHIUDE CON +8,6% RISPETTO AL 2024 proviene da Vega Engineering.

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Autore: Vega Engineering

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