Il “Rendiconto di Genere 2024”, pubblicato dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’INPS, offre un quadro aggiornato sulla condizione delle donne in Italia, analizzando dati relativi all’istruzione, al mercato del lavoro, al welfare, alla violenza di genere e al sistema pensionistico. Il documento si basa su un approccio integrato, combinando analisi quantitative e qualitative per individuare le principali criticità e progressi nell’ambito della parità di genere.
Il Rendiconto di Genere 2024 rappresenta uno strumento fondamentale per analizzare le disparità di genere in Italia. Nonostante alcuni progressi, persistono criticità strutturali che limitano la piena partecipazione economica e sociale delle donne. La sfida per il futuro sarà adottare politiche più efficaci per ridurre il divario di genere e garantire pari opportunità in tutti gli ambiti della vita lavorativa e sociale, in linea con gli obiettivi sanciti dalle normative nazionali ed europee, in particolare l’Obiettivo 5 “Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze” dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
In allegato alla presente news è possibile scaricare gratuitamente il documento del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INPS “Rendiconto di Genere 2024”.
COMPOSIZIONE DEMOGRAFICA E TENDENZE SOCIOECONOMICHE
La popolazione italiana al 31 dicembre 2023 conta quasi 59 milioni di abitanti, con una leggera prevalenza femminile (51,1%). Tuttavia, l’invecchiamento della popolazione rappresenta una sfida crescente, con un saldo naturale negativo (-291.175 nel 2023) dovuto al calo delle nascite e all’aumento della speranza di vita.
ISTRUZIONE E PARTECIPAZIONE FEMMINILE
Le donne rappresentano la maggioranza degli iscritti ai licei (61%) e ai corsi universitari magistrali (68,6% per le lauree a ciclo unico). Tuttavia, il divario di genere persiste nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), dove la presenza femminile rimane inferiore rispetto a quella maschile, soprattutto nelle lauree triennali.
Il tasso di abbandono scolastico, sebbene in calo (dal 15% del 2014 al 10,5% nel 2023), resta più alto rispetto alla media UE. Questo dato incide negativamente sull’occupazione femminile, poiché le donne con minori titoli di studio hanno meno opportunità lavorative.
MERCATO DEL LAVORO E DIVARIO DI GENERE
Il divario di genere nel mondo del lavoro rimane marcato. Nel 2023, il tasso di occupazione femminile si attesta al 52,5%, contro il 70,4% degli uomini. Il gender pay gap è evidente anche nelle retribuzioni, con differenze significative nei salari medi giornalieri tra uomini e donne, soprattutto nei ruoli dirigenziali.
La precarietà lavorativa colpisce in misura maggiore le donne: nel 2023, gli uomini lavoratori dipendenti privati per tutte le tipologie di contratti sono in maggior numero rispetto alle donne. In particolare, il 48,3% dei contratti a tempo determinato è occupato da donne, ma solo il 40,1% delle assunzioni a tempo indeterminato riguarda lavoratrici.
Inoltre, nei contratti a tempo indeterminato il gender gap per le figure di quadri e dirigenti è palese: la partecipazione femminile al mondo delle posizioni dirigenziali resta bassa, con solo il 21,1% di donne tra i dirigenti e il 32,4% tra i quadri.
Facendo un’analisi sulle retribuzioni percepite in base al settore di attività, risulta che in tutti i settori economici esaminati (tranne le estrazioni di minerali da cave e miniere) gli uomini percepiscono redditi medi giornalieri superiori alle donne. In particolare, fra i principali settori economici, la differenza è pari al 20% nelle attività manifatturiere, 23,7% nel commercio, 16,3% nei servizi di alloggio e ristorazione, 32,1% nelle attività finanziarie, assicurative e servizi alle imprese.
DISUGUAGLIANZE NELLE POLITICHE DI WELFARE
L’analisi dei congedi parentali mostra che, nonostante un aumento dell’utilizzo da parte dei padri, il carico della cura familiare continua a gravare prevalentemente sulle donne. Nel 2023, la maggior parte dei beneficiari di congedi parentali erano madri, mentre il congedo di paternità (introdotto in Italia nel 2013) rimane meno utilizzato.
Il bonus asilo nido, finalizzato a incentivare la conciliazione vita-lavoro, nonostante la diminuzione delle nascite, ha visto un aumento dei beneficiari, ma le risorse disponibili risultano ancora insufficienti a garantire un accesso equo ai servizi per l’infanzia.
VIOLENZA DI GENERE E MISURE DI CONTRASTO
I dati raccolti mostrano un incremento dei reati di genere e delle richieste di protezione per le donne vittime di violenza. Nel 2023, il reddito di libertà, destinato alle donne che escono da situazioni di violenza domestica, ha registrato un aumento delle domande accolte. Tuttavia, il numero di femminicidi e violenze rimane preoccupante, evidenziando la necessità di politiche più incisive e di una maggiore tutela per le vittime.
Come supporto fornito alle lavoratrici vittime di violenza domestica o relazionale, il congedo indennizzato è la misura è riconosciuta ad alcune categorie di lavoratrici vittime di violenza di genere inserite in percorsi di protezione e permette un’astensione dal lavoro per un massimo di 90 giorni in tre anni (D.Lgs. 80/2015).
DISPARITÀ NEL SISTEMA PENSIONISTICO
Il gender pension gap è ancora evidente nel sistema previdenziale italiano. Le donne in pensione sono numericamente superiori rispetto ai pensionati uomini ma percepiscono mediamente pensioni inferiori rispetto agli uomini a causa di carriere lavorative più discontinue e salari più bassi. La misura Opzione Donna, che consente alle lavoratrici di accedere anticipatamente alla pensione, ha registrato un calo nelle richieste a seguito delle recenti restrizioni normative.
L’articolo RENDICONTO DI GENERE 2024: L’ANALISI SULLE DISUGUAGLIANZE DI GENERE IN ITALIA proviene da Vega Engineering.
Autore: Barbara Ruzza
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