Il bollettino degli infortuni mortali sul lavoro in Italia rimane drammatico: a due mesi dalla fine dell’anno sono 868 le vittime totali, 86 decessi al mese.

Nel periodo gennaio-ottobre 2023 le statistiche ufficiali registrano un -4,5% del numero complessivo di infortuni mortali rispetto allo stesso periodo del 2022: sono diminuiti del -21,6% quelli in itinere ma si registra un aumento del +2% per quelli avvenuti in occasione di lavoro.

LE VITTIME SUL LAVORO: QUANTE SONO?

I dati pubblicati dall’Inail mostrano che dal 1° gennaio al 31 ottobre 2023 si sono registrati in Italia complessivamente 868 infortuni mortali sul lavoro. Nello stesso periodo del 2022 erano 909.

Ad una prima analisi, quindi, il dato appare positivo in quanto riflette una flessione del fenomeno morti sul lavoro del -4,5%. Ma ad un’analisi più approfondita le proiezioni non risultano confortanti in quanto le morti in occasione di lavoro a crescere: sono state 672 nei primi 10 mesi del 2023 contro le 659 registrate nello stesso periodo del 2022 (+2%).

INFORTUNI MORTALI: I NUMERI ASSOLUTI E L’INDICE DI INCIDENZA

Rimane sempre la Lombardia la regione con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (108). Seguono: Campania (66), Veneto (62), Emilia Romagna (58), Piemonte (56), Puglia (51), Lazio (50), Sicilia (42), Toscana (27), Abruzzo (26), Umbria (20), Marche (18), Calabria e Friuli Venezia Giulia (17), Liguria (15), Trentino Alto Adige e Sardegna (13), Basilicata (7), Molise (5) e Valle d’Aosta (1).

Ricordiamo, però, che il numero assoluto di infortuni mortali sul lavoro fornisce un dato poco indicativo del fenomeno infortunistico nelle diverse regioni e province, in quanto non tiene conto della popolazione lavorativa presente nell’area di analisi.

Andando a rapportare il numero di infortuni mortali con la popolazione lavorativa di ciascuna regione si ottiene l’indice di incidenza della mortalità: con questo dato è possibile confrontare il fenomeno infortunistico tra zone (ad esempio regioni) differenti.

Sulla base del calcolo dell’indice di incidenza della mortalità si ottiene una classifica del fenomeno infortunistico nelle regioni molto diversa da quella vista a inizio paragrafo che vede la Lombardia in testa per numero di infortuni.

Scopriamo così che regioni con una popolazione lavorativa minore presentano un’incidenza di infortuni mortali superiore rispetto a quelle più popolose: troviamo così l’Umbria al primo posto in quanto il peso del fenomeno infortunistico in questa regione (20 infortuni su 352.298 occupati) è molto maggiore rispetto alla Lombardia (108 infortuni su 4.424.396 occupati) che, dalla prima posizione della classifica basata sui numeri assoluti, finisce al 15° posto nella classifica calcolata in base all’indice di incidenza.

L’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega fornisce una rappresentazione grafica dell’indice di incidenza. In zona rossa nei primi dieci mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 29,1 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) ci sono: Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata. In zona arancione: Friuli Venezia Giulia, Calabria, Sicilia e Piemonte. In zona gialla: Emilia Romagna, Veneto, Marche, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria e Sardegna. In zona bianca: Lazio, Valle d’Aosta e Toscana.

INFORTUNI MORTALI: TUTTI I DATI ELABORATI DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO

Vega Engineering pubblica e rende disponibili mensilmente i dati diffusi dall’INAIL sul fenomeno infortunistico in Italia elaborando diverse statistiche.

Scarica gratuitamente i Report dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro e Ambiente di Vega Engineering.

L’articolo 868 VITTIME SUL LAVORO IN 10 MESI: IL DRAMMA CONTINUA proviene da Vega Engineering.

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Autore: Vega Engineering

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